Giuliano Landini

Giuliano Landini

Un uomo, il Po, una vita

Giuliano Landini

un uomo, il Po, una vita

Un uomo è la sua terra. Un uomo è la sua famiglia. Un uomo è la sua gente. Un uomo è il suo fiume. Giuliano è il Po, è della stirpe dei Landini, appartiene alla terra di quel Po grande che, da Cremona a Reggio Emilia a Mantova, da una riva all’altra, va fino a Venezia. Giuliano è un cittadino del mondo. Ha corso con la motonautica sui fiumi d’Europa, e poi a Detroit sul Lago Michigan, e sullo Yangtze a Wuhan, la città da cui ha avuto origine la pandemia, in Cina. Correndo sulle acque del mondo, Giuliano ha conosciuto molte persone, della motonautica e non solo. Curioso di ogni cosa, conosce la via d’acqua come pochi, e le golene, i pesci e gli uccelli, le pietre e le barche e i relitti, e i lunghi silenzi del fiume. Parla i dialetti del Po, e chiama le persone con il loro scotmaj. Rita Coruzzi lo ha incontrato, ha incontrato la sua anima e l’ha raccontata, con la sua brillante intuizione. È la storia di una vita, è la storia di una umanità che vive delle cose essenziali: l’apertura agli altri, la condivisione, il senso della giustizia, la fiducia nel progresso, la cura per il creato, l’umiltà della vita. È una visione di pace, come quelle colorate che il Po sa offrire. Una vita per lo sport, la sua, con quel misurarsi con sé stessi, con l’unità tra il corpo e i motori, quasi a farne la stessa cosa. Un’esperienza di vita, con molti amici attorno. Giuliano non è mai stato solo, è stato una comunità: di vita, quella borettese, di squadra, quella della Motonautica Boretto Po, quella del mondo che a Boretto era di casa.

Nella casa di Ginetta, sua madre, e di Giuseppe suo padre, intorno al tavolo a pranzo o a cena sedeva il mondo intero: i russi, gli americani, i cinesi, ecc. Ne sono testimone. A Boretto, villaggio fondato dai Veneti, in quegli anni così si pensava il mondo. Del resto, decenni prima l’avevano pensato i nostri emigranti, tra cui un Santo, Artemide Zatti. Oggi dalla Motonave Stradivari il capitano Giuliano Landini vede il mondo in guerra. Sotto lo stesso cielo, sotto le stesse stelle e la stessa luna che illumina il placido Po. Sarebbe capace, Giuliano, di ospitare sulla sua nave un summit di israeliani e palestinesi, e li coinvolgerebbe nelle sue empatiche conversazioni fino a far stringere le loro mani. A pochi chilometri di distanza c’è Casa Cervi: il luogo della passione, dell’impegno, dello sguardo acuto sul futuro. Una ispirazione che attraversa il Po e sostiene il mondo, e che Giuliano conosce bene. La vita di Giuliano sul Po non solo è un mondo, è il mondo. Anni prima della Laudato Sì e di Fratelli Tutti di Papa Francesco, lui, sulle acque del Po, ne ha compreso il fascino, la verità, la responsabilità. E te lo comunica. Incontrando Giuliano si incontra non solo un mondo, non solo una vita, ma l’umanità stessa e la sua anima.

Grazie, Giuliano. 

Albertina Soliani Presidente dell’Istituto Alcide Cervi.


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Incipit

Il Po è la mia vita. Ecco cosa risponde Giuliano Landini quando gli si chiede cosa sia il Po per lui, nato e vissuto sulle sue rive. Due vite intrecciate le loro, in uno scorrere veloce della vita umana e contemporaneamente lento delle acque, in una simbiosi tra uomo e natura come raramente si riscontra, tanto che si può affermare che sono due vite ma un’anima sola. Infatti anche il fiume ha un’anima, è vivo e ha tanto da insegnare a chi umilmente e con tanto rispetto si china a sfiorarne le onde per imparare ciò che mai nessun libro o nessun uomo potrà rivelare. Giuliano Landini è anche capitano della motonave Stradivari, che da anni offre suggestive crociere sulle acque del “grande fiume”, protagonista di tanti eventi nella storia delle terre che attraversa. Il fiume, immortalato nei famosissimi film di don Camillo in tutte le sue forme, è selvaggio e libero, impetuoso e incontrollabile nelle piene, mansueto e tranquillo nelle belle giornate, tanto tranquillo da potersi immergere e cullare, diventando un tutt’uno con lui. Questo è ciò che il capitano Landini vuole trasmettere raccontando la storia della sua vita: non solo la passione per la motonautica e i traguardi raggiunti, ma soprattutto l’importanza che ha sempre avuto per lui il grande fiume, come si sono fusi uno con l’altro diventando una cosa sola. Il capitano mette a disposizione la sua storia per far conoscere alcuni aspetti del Po ancora inediti e noti solo a lui, che hanno condizionato la sua vita e le sue esperienze, per cercare di valorizzarne ulteriormente l’importanza, per l’ambiente e per il suo amore per l’acqua. Tutto iniziò da piccolissimo quando suo padre, appassionato di acqua e campione di motonautica, lo portava a giocare e a nuotare sulle rive del Po. Si può dire che lui e il fiume siano cresciuti insieme, in un rapporto di amore e odio, simbiosi e lontananza. Non sempre avere a che fare con il Po è semplice, però si impara a rispettare i tempi della natura che quasi mai coincidono con quelli dell’uomo. Al capitano è capitato anche di provare molta rabbia verso il Po, il fiume a cui deve tutto, il suo grande amore, più potente di qualsiasi altro, perché come in tutti i grandi amori e le grandi passioni, non sempre è stato tutto idilliaco. 

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